[Gruppo di lettura Disobbedienti] Emanuela Anechoum, Tagerinn

 


Mina ha trent'anni e conduce a Londra una vita costruita con grande attenzione e poca spontaneità, nel tentativo spasmodico di sentirsi finalmente "giusta". Una sera riceve una telefonata da sua madre: il padre è morto. 

Mina torna a casa per i funerali, ma finisce per restare a lungo. Casa è la periferia di un paese sul mare in cui suo padre gestiva un piccolo bar sulla spiaggia frequentato per lo più da immigrati. 

Omar aveva cercato con quel bar di creare una piccola comunità per tutti coloro che non si sentivano accolti da quella nuova terra. 

Quella che racconta Mina è la storia di una ragazza immigrata di seconda generazione che cerca il proprio posto nel mondo. Gli va stretto il paese, con i pettegolezzi, le critiche, ma non è veramente a casa neanche a Londra.

E' una storia emozionante piena di dolore e di speranza. Una storia familiare basata sui ricordi e sulla ricerca delle proprie origini.

Dove sono le nostre radici? Sono veramente nel nostro luogo di nascita oppure affondano nel desiderio   di ritrovarsi in una storia comune o di un affetto profondo?

La scrittura di Anechoum è essenziale e diretta, ma anche molto dolce e delicata.

La lingua ricca e composita, dove i dialetti l' inglese e l' italiano si mescolano con espressioni arabe, a comporre il mosaico nel quale il mondo contemporaneo si rispecchia.

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