Pottery Lab: quando la terra prende forma.
Rimango sempre affascinata dalla materia che si trasforma, dalla possibilità di plasmare la terra.
Ipnotizzata dal piatto che ruota e dalle mani che accarezzano, creano e modellano, ho una grande stima e una forte ammirazione per chi riesce a creare con l'argilla.
Così, quando studiavo gli artisti presenti a Paratissima, il mio occhio e la mia curiosità sono stati attratti dalla scheda del Pottery Lab e dal progetto che avrebbero presentato in quella occasione.
Il progetto, ispirato a un reperto archeologico volutamente realizzato a grande dimensione, propone la ricostruzione di una forma classica mediante uno scheletro metallico e su di esso l'applicazione di frammenti ceramici che ciascun partecipante eseguirà secondo la propria creatività.
Mi è dispiaciuto molto non poter conoscere le signore dell'associazione, che sono arrivate a Paratissima nella serata conclusiva, troppo tardi per me che ero già di ritorno a casa.
Non potevo, però, farmi sfuggire l'occasione di poter parlare con loro.
Le ho contattate via mail e loro hanno accettato di rispondere alle mie domande.
Che cosa è Pottery Lab?
Pottery Lab è un’associazione culturale attiva a Torino in Via San Pio V, 15 dallo scorso mese di aprile.
E’ formata principalmente da donne, che hanno fatto un’esperienza di formazione nella ceramica seguendo i corsi di formazione organizzati dalla Regione Piemonte con il Fondo Sociale Europeo sotto la guida dell’insegnante Romana Pavan che ha avviato l’associazione.
Lo scopo è quello di crescere insieme con le differenti professionalità: ci sono persone che lavorano nel cinema come scenografe, altre abili fotografe, altre di professione designer e la ceramica ha cementato gli interessi di tutti.
Quale, tra le attività della vostra associazione ha più riscontro, piace di più alla gente?
Per ora attira più interesse la ceramica con la possibilità di frequentare il laboratorio per apprendere le tecniche manuali e la tornitura.
Chi è che arriva al Pottery Lab? Qual è il vostro target di riferimento?
Da noi arrivano le persone più diverse: da chi ha frequentato l’accademia a dei professionisti che vogliono sperimentare il lavoro manuale, a persone che hanno già avvicinato in passato questa attività, ma desiderano approfondire magari partecipando ad uno stage specifico.
Siete state a Paratissima con una istallazione in divenire. In Giappone, quando un oggetto in ceramica si rompe, lo si ripara con l'oro, perché si è convinti che un vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non fosse in origine. Quale è il messaggio che voi volete dare con questa istallazione?
La partecipazione a Paratissima ha avuto un duplice scopo da parte dell’associazione: far partecipare ad un unico progetto più persone non solo italiane (una proviene dall’Iran, un’altra dall’Argentina) per verificare la capacità di lavorare insieme e rappresentare culture di diversi luoghi con “frammenti di identità” raccolti in un’unica opera.
Rispettando le diverse tecniche l'opera ha assunto la forma più classica conosciuta da tutti i popoli: il vaso.
Ci potete raccontare come nasce questo progetto e quali sono state le fasi della sua realizzazione?
Le fasi di lavorazione sono state complesse, in quanto volendo realizzare una forma di grandi dimensioni è stato necessario prevedere una struttura metallica che accogliesse dei grossi frammenti di ceramica.
Successivamente la realizzazione ha richiesto uno studio accurato sia delle rappresentazioni corrette, sia delle forme che dovevano aderire al supporto metallico mediante agganci per poter trasportare l’opera.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla vostra attività con le scuole. Come viene percepita l'arte della lavorazione della ceramica tra gli studenti o comunque tra persone giovani, che hanno una percezione degli "antichi mestieri" diversa da chi ha un po' più di anni alle spalle?
La ceramica continua ad affascinare in quanto materiale ricco di possibilità creative, veicolo di terapia.
I ragazzi si entusiasmano quando un loro progetto può prendere forma, ma anche essere modificato con facilità a seconda della tecnica utilizzata.
Come considerate la vostra esperienza a Paratissima?
Paratissima è certamente una vetrina interessante non solo per il grande afflusso di persone, ma per il confronto con altre percezioni dell’arte.
Dopo Paratissima, quali altre iniziative avete in agenda?
Dopo Paratissima abbiamo in agenda una mostra di fine anno all' interno dei nostri locali con inviti a colleghi ceramisti.
Commenti
Posta un commento