E-Glass: l'arte dell'imprevedibile
Un mondo con meno rifiuti è un mondo migliore.
Questa è la filosofia di Ezio Procacci, artigiano e titolare del marchio E-Glass.
Il suo è un progetto di ricerca sperimentale, che permette la metamorfosi incontrollata del vetro. E-Glass è un laboratorio d’arte vetraria, in cui maestria e imprevedibilità vanno a braccetto. Si prepara il vetro, si chiude il forno e il calore genera arte. Nascono oggetti dall’armonia imprevedibile.
In Eco Glass Project sperimentazione e forza di gravità unite all’esperienza di Ezio Procacci modificano la finalità d’uso delle bottiglie, che da oggetti industriali diventano opere uniche.
Ho conosciuto il signor Ezio a Paratissima. Le strane forme e i colori delle sue opere mi hanno attratto come una calamita. La fusione del vetro è, per me, un’alchimia affascinante. Non ho potuto fare a meno di fermarmi e chiedere, se fosse stato disponibile a raccontarmi il suo progetto.
Ci può parlare del progetto Glass Entropy?
L’entropia è la capacità dell’universo di autoregolarsi e di trovare la forma che consuma meno energia. Io ho lasciato la libertà alla materia vetro di auto formarsi nel forno. Non intervengo a caldo, ma applico tutte quante le tecniche in forno chiuso e poi, all’apertura del forno, scopro come il vetro si è trasformato. Ovviamente alla base ci sono delle ricerche, che hanno portato a questo tipo di tecnica.
Le bottiglie che lei trasforma con il calore del forno sono oggetti di recupero?
Sì, sono oggetti di recupero sia le bottiglie che le pelli che applico alle bottiglie e che provengono da un’azienda che produce libri.
Le bottiglie si auto modellano. Come è possibile, invece, far gonfiare il vetro e creare delle bolle come queste?
Le bolle sono realizzate con una tecnica di auto rigonfiamento. Inserisco un reagente tra due lastre di vetro. Quando il forno raggiunge la temperatura giusta, il reagente sprigiona dei gas, che rimangono intrappolati e gonfiano il vetro.
Per realizzare quali tipi di oggetti si possono applicare queste tecniche?
Si possono realizzare oggetti di arredo e di design come le lampade
oppure quadri e pannelli, che possono essere applicati in vetrate, porte o tutto quanto il vetro piano permette di fare.
Come è nata la passione per il vetro?
Ho cominciato a lavorare il vetro con la tecnica della microfusione nel 1999, quando avevo 19 anni. Poi la pratica, unita alla curiosità, mi ha dato la possibilità di aprire una attività e di lavorare con le lastre di vetro in varie tecniche.
Quale tipo di realizzazione le dà più soddisfazione?
Indubbiamente fare delle opere artistiche.
Lei lavora spesso con architetti. Quanto il lavoro su commissione vincola la sua creatività?
Gli architetti con i quali lavoro da venti anni mi conoscono e mi lasciano libertà sia espressive che tecniche. Certo mi sono dovuto conquistare questa libertà lavoro dopo lavoro. Se il lavoro su commissione, inevitabilmente, in qualche modo ti vincola, è pur vero che ti dà anche la possibilità di lavorare e di avere un guadagno.
Quale è la casa ideale per ospitare le sue opere?
Secondo me non c’è una casa ideale. Il gusto è soggettivo. Ho venduto le mie opere un po’ in tutto il mondo e ora si trovano in case molto differenti le une dalle altre.
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