Street art a Roma Ostiense
Vi avevo già raccontato qui di quanto possa essere interessante e creativo il quartiere Ostiense. Non vi avevo detto però che, oltre a favolosi reperti di archeologia industriale, si possono trovare tra le sue vie anche molte opere di street art bellissime e molto ben tenute.
Lo sapete, vero, che io sono da anni interessata al fenomeno della street art e e un sacco di tempo penso difare un giro per l'"Ostiense District" con il naso all'insù.
Avrei potuto scegliere meglio il periodo, magari non il giorno che mi ha vista, la sera, positiva al covid, magari non alle 12 di uno dei giorni più caldi di sempre, però questi sono dettagli e in fin dei conti sono stata contentissima delle scoperte che ho fatto.
Siete pronti a venire in giro con me?
Il tour comincia dalla fermata della metro Ostiense e subito, sotto al cavalcavia della metropolitana la prima sorpresa.
L'opera è stata realizzata da Salvatore Sart e Luca Van Hoek grazie a un progetto di Atac Roma che ha finalmente riqualificato l'area.
Comincia così la mia passeggiata verso la Piramide Cestia.
All'incrocio tra via Ostiense e via delle Sette Chiese trovo il murales di Sam3
L'opera del 2012 realizzata all’interno dell’Outdoor Festival raffigura la sagoma di uomo completamente trapuntato di stelle, che regge in mano un mondo dove altre figure rincorrono una preda che non si vede più: un’entità divina che osserva, con ironia, cosa combina l’umanità.
Più avanti, sul lato sinistro di via Ostiense, al civico 122 c'è un murales che difficilmente passa inosservato
Blu è uno degli artisti italiani più conosciutui a lìvello internazionale e qui, su questa palazzina ex Centro Sociale ormai sgombrato da anni ci regala una facciata piena zeppa di macchine aggrovigliare e tenute insieme da un grande lucchetto. Il ritratto (che si intravede in foto dietro al palo) è quello di Alexis Grigoropoulos, quindicenne ucciso da un agente di polizia in Grecia nel dicembre del 2008 durante un pattugliamento notturno nel quartiere universitario di Exarchia ad Atene.
Non è questo l'unico lavoro di Blu che ho incontrato durante la mia passeggiata.
Sono arrivata a via del Porto Fluviale e mi ritrovo davanti una ex caserma dell'Areonautica occupata dal 2003 e dichiarata inagibile nel 2009.
Nel 2012 Blu è stato inviato a realizzare sui muri dell'ex caserma un murales e il risultato è stato un potente messaggio di carattere sociale.
Le finestre diventano occhi di volti colorati che accatastati, gli uni sugli altri, animano e proteggono questo luogo.
Rimango ancora un po' a guardarmi intorno, su via del Porto Fluviale e faccio la conoscenza di un altro bravissimo writer: Carlos Atoche.
“Tutti i poteri sono passeggeri, è la forza della natura che resiste”
Le statue giganti in un mare pieno di pesci diventano il simbolo della decadenza del potere e della forza della natura.
Un altro murales, un'altra espressione della forza della natura. Andando un po' più avanti, all'angolo con via delle Conce c'è Hunting Pollution, il murales green più grande d'Europa
Realizzato dall'artista Iena Cruz con peciali pitture che neutralizzano alcune componenti dello smog, il murales è stato voluto dalla associazione no profit YOURBAN 2030.
“Hunting Pollution” rappresenta un airone in lotta per la sopravvivenza e ha una doppia chiave di lettura: da una parte l’animale inconsapevole cattura la sua preda in un mare fortemente inquinato, dall’altra sarà lui stesso a cacciare l’inquinamento in uno degli incroci più trafficati e inquinati della capitale grazie all’utilizzo delle eco-pitture.
Il mio tour non si può concludere qui, vi devo ancora far vedere qualcosa, molto più nascosta...
Sono nel sottopasso della ferrovia, lungo pochi metri ma pieno zeppo di meraviglie
Stelleconfuse è uno dei più attivi protagonisti della sticker e stencil art in Italia.
Il suo progetto “Plant a Tree” nasce nel 2008 e in seguito si diffonde attraverso adesivi, poster e stencil in tutto il mondo. Il progetto “Pianta un albero” nasce per ricordare l'importanza delle aree verdi all'interno delle città e sensibilizzare le persone alla cementificazione.
Finisco la mia carrellata di street art con le opere di due artisti già presenti qui sul blog.
UNO con il suo inconfondibile volto del bambino della Kinder.
E Ozmo con il ritratto di Shelley, sepolto nel vicino cimitero acattolico.
Se siete riusciti a leggere fino a qui, devo ammettere, siete stati bravi! Dopo tanti anni dalla loro realizzazione i murales hanno perso buona parte del loro colore e ora sono un po' sbiaditi, ma non per questo il loro messaggio è meno potente.
C'è un modo, però, per fare un balzo in dietro nel tempo. Un modo molto più interesasante e creativo rispetto all'andare a cercare foto in rete.
Vi invito, come ultimo sforzo a conclusione di questo post, al vedere il film "Il nome del figlio"
Però questa volta, almeno, non avevi i tacchi!!!!
RispondiEliminaBellissimi tutti comunque .... valeva la pena!!!
Attendo i resoconti dei prossimi giretti.
Ah no questa volta avevo le scarpe comode!
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