Il lenzuolo, un romanzo di Paolo Dal Canto
Mi capita qualche volta, dopo aver finito di leggere un libro di avere più domade (da fare all'autore del libro) che certezze.
E' successo anche questa volta dopo aver letto IL LENZUOLO, il primo romanzo di Paolo Dal Canto.
Dopo un primo capitolo che mette a dura prova il lettore perchè è in esso descritta la violenza carnale di una donna. E' l’impronta della donna violentata e torturata che restaimpressa su di un lenzuolo, una sorta di sindone che ha ben poco di sacro, ma che è l'unica testimone della crudeltà e della ferocia di cui un uomo può essere capace.
Il lenzuolo, quel lenzuolo, diventa così il filo conduttore di tutto il romanzo. E' a lui che i due protagonisti affidano le loro speranze e la loro stessa sopravvivenza in un mondo popolato da personaggi ambigui, incredibili.
E' proprio sul ruolo che ha il lenzuolo all'interno del romanzo che io comincio a interrogarmi e a fantasticare.
Per fortuna questa volta ho avuto la possibilità di confrontarmi con Paolo Dal Canto che ringrazio per la pazienza con la quale ha risposto alle mie domande.
Io ho identificato il lenzuolo come protagonista del tuo romanzo. La mia è la giusta interpretazione?
Diciamo che più che protagonista, è il filo conduttore che unisce suo malgrado le vicende che capitano ai vari protagonisti del romanzo. È un po’ come se fosse lui il burattinaio, quello che tiene i fili della trama, che la indirizza nelle varie svolte che si presentano. È un protagonista inconsapevole, ha acquisito dei poteri e tramite questi poteri protegge e salva i due veri protagonisti della storia.
Quanto è difficile e/o divertente scrivere un romanzo distopico?
Abbastanza difficile e molto divertente. Difficile perché quando si entra nella distopia, nel surreale, a mio parere bisogna comunque sempre fare in modo che il lettore ti segue e che creda, malgrado l’assurdità di certe situazioni, a tutto ciò che viene scritto. Bisogna sempre e comunque tenere viva l’attenzione, la fiducia del lettore che comunque si affida alla tua trama. Divertente, e anche molto, perché, almeno nel mio caso, sono io il primo a stupirmi di quello che scrivo e di dove, a volte, la narrazione mi porta senza che io lo abbia minimamente previsto.
I tuoi primi libri sono raccolte di racconti. Dai racconti al romanzo quanto è stato lungo il passo?
Lunghissimo e difficile. Ho sempre scritto racconti. Mi trovo a mio agio nella narrativa breve, dove tutto accade in poche righe, dove il ritmo e la musicalità delle parole hanno una notevole importanza.
Il romanzo per me è sempre stato una sorta di miraggio. Come cavolo si fa a riempire pagine e pagine di narrazione e costruire una storia che tenga in pugno dall’inizio alla fine un lettore?
Ho fatto dei tentativi in passato, ma con scarsi risultati. Parto sempre dal fatto che io sono il mio primo lettore, e giuro che quando rileggevo i miei primi tentativi di romanzo non ne ero per niente soddisfatto. Ho lasciato passare un po’ di tempo, poi, dopo la terza raccolta mi sono detto che era il momento di riprovarci, ed è nato IL LENZUOLO, e quando, dopo varie riletture e correzioni e rielaborazioni, mi sono trovato a essere contento del risultato, solo allora l’ho proposto all’editore.
Quale è il tuo lettore ideale?
Il mio lettore ideale è un lettore aperto a nuove esperienze di lettura, che non sia prevenuto o timoroso di fronte a provocazioni o contenuti che in qualche modo possano disturbarlo, che sia capace di andare oltre e di cogliere quelle che sono le ragioni di certe scelte stilistiche o di trame che a prima vista potrebbero sembrare fini a se stesse ma che in realtà celano sempre Delle ragioni particolari per le quali sono state scritte. Il mio lettore ideale è di sicuro un lettore curioso.
Come scrittore quali sono i tuoi modelli?
Ho un po’ di scrittori che adoro e ai quali mi ispiro: Jonathan Lethem, Christopher Moore, Aimee Bender, Chuck Palahniuk, Gaétan Soucy, Wajdi Mouawad…
Invece, come lettore, quali libri mi consiglieresti di leggere?
ANIMA di Wajdi Mouawad,
IL VANGELO SECONDO BIFF di Christopher Moore,
LA BAMBINA CHE AMAVA TROPPO I FIAMMIFERI di Gaétan Soucy,
L’INCONFONDIBILE TRISTEZZA DELLA TORTA AL LIMONE di Aimee Bender. (tutti libri incredibili!!!!)
Wow!!! Libro intrigante fin dal titolo, metto in lista.
RispondiEliminaBello l'incontro con l'autore.
Brava!
Sì brava, metti in lista!
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