Carmen Verde, Una minima infelicità


Una minima infelicità è la storia di Annetta e della sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. 

E' Annetta che racconta la sua storia, la satoria della sua vita incastrata tra Sofia, la madre, che si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto, Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare e Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, che cede a Clara il controllo della sua vita domestica. 

Annette si ritrova a scrivere la sua storia, la storia dell'infelicità di una intera famiglia.  

L'infelicità non è soltanto una categoria dello spirito. Se così fosse, se si trattasse di una faccenda esclusivamente interiore, chiusa nel segreto del nostro essere, nessuno riusirebbe a vederla. No. L'infelicità è un luogo, un luogo fisico, una stanza buia nella quale decidiamo di stare.

Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione.

E' un libro breve e intenso. Quando della vita rimane solo il racconto dell'infelicità, la vita stessa riesce a essere raccontata in un diario di 108 pagine.

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