Cosa vedere a Padova in un giorno


Virgilio, nell'Eneide, narra che la dea Venere, gemendo per l’affannoso navigare del figlio Enea, vi contrappone la felice sorte di Antenore. 

Antenore, pure, ha potuto, sfuggendo agli Achivi, 
penetrare sicuro il mar d’Illiria, e i lontani 
regni Liburni e la fonte superar del Timavo, 
donde per nove bocche, con vasto rimbombo del monte, 
va, dilagato mare, travolge i campi dell’onda muggente. 
Si, egli pose qui Padova, sede dei Teucri, 
e diede un nome alla gente, e appese l’armi di Troia, 
e ora, in placida pace composto, riposa.
(Virgilio, Eneide, Liber primus, 242-249)

In realtà è, come spesso accade, un falso storico, un mito fondativo per dare lustro alla città.

Grazie però allo studio dei reperti archeologici possiamo far risalire i primi insediamenti abitativi al XI-X secolo A.C. 

Padova, era una delle città più importanti della civiltà veneta, un territorio che già all’epoca si presentava come una rete di centri urbani all’interno di un territorio aperto a scambi commerciali con l’esterno.

I primi nuclei abitativi sorsero sull’ansa del fiume Medoacus che doveva essere un fiume con una portata d’acqua importante in posizione.

Con la crescita dell’egemonia dei Romani, fin dal  226 a.C è da registrarsi un’alleanza di Veneti con i Romani contro i Galli Cisalpini. 
In seguito il rapporto favorì via via un processo di romanizzazione incruento facilitato dagli scambi commerciali (anche e soprattutto per gli allevamenti dei cavalli) tra quelli che erano due popoli distinti facilitarono l’integrazione.

Durante l’epoca imperiale Padova divenne molto ricca ed importante grazie alla lavorazione delle lane provenienti dai pascoli dell’altopiano di Asiago. 

Fu patria di Tito Livio, insigne storico romano.
La presenza di spazi per la cultura davvero maestosi come il Teatro Zairo (sorgeva nella zona dell’attuale Prato della Valle) e l’Anfiteatro delle dimensioni simili a quella di Verona e Pola, confermano il ruolo e l’importanza della città.

Nel 452-453 la città fu devastata e saccheggiata dagli Unni di Attila e da li iniziò un lungo periodo di decadenza. 

Nel 601 fu conquistata e rasa al suolo dai Longobardi di Agilulfo che, secondo la tradizione entrò in città dall’attuale Ponte della Morte davanti a via Rudena (ossia “Rovina”). Successivamente anche Monselice cadde sotto ai Longobardi e alcuni abitanti della zona cercarono scampo nella Laguna, contribuendo successivamente a quella che sarebbe diventata Venezia.

Soltanto dopo la fine del regno dei longobardi, attorno all’anno 1000, Padova iniziò la risalita dalla decadenza in cui era caduta. 

Padova oggi è conosciuta come la città dei tre senza: il Prato senza erba, il Caffè senza porte e il Santo senza nome.

E' una città che si può facilmente visitare a piedi qualsia sia il meteo grazie ai suoi portici che proteggono sia dalla pioggia. 

Io ho preparato un itinerario con 5 monumenti assolutamente da non perdere.
 
  

 Punto di partenza della nostra passeggiata è Prato della Valle


Il prato senza erba! E' la più grande piazza di Padova e una delle più grandi e affascinanti piazze d'Europa. 


È uno dei luoghi più attivi e vitali di Padova. Ogni sabato si tiene un mercato tradizionale con oltre 160 banchi e ogni terza domenica del mese si svolge il mercatino dell'antiquariato. La piazza viene spesso utilizzata per ospitare eventi e concerti ed è grandioso palcoscenico dei tradizionali fuochi d'artificio di Capodanno e Ferragosto.

Dopo un lungo periodo di degrado negli anni Ottanta, il "Prato" ha subito un processo di riqualificazione negli anni Novanta, ed è ora uno dei fiori all'occhiello della città.


In origine la zona ospitava un teatro romano, poi ridotto a palude; la piazza fu progettata nella sua forma attuale nel 1775 dall'abate Domenico Cerato, professore di architettura dell'Università di Padova, su commissione di Andrea Memmo, procuratore veneziano della città. In suo onore, l'isola ellittica situata al centro della piazza si chiama Isola Memmia.

Da Prato della Valle, percorrendo via Beato Luca Belludi, si arriva in poco più di 5 minuti alla Basilica del Santo senza nome: S. Antonio


Riconosciuto dalla Santa Sede come Santuario internazionale, è anche uno dei più celebri e frequentati luoghi di culto della cristianità.

I lavori per la realizzazione della Chiesa iniziarono nel 1232 e furono completati, nella sua parte principale, sul finire del 1200.

Da un punto di vista dell'architettura se nell’insieme il maestoso edificio ricorda la Basilica di S. Marco in Venezia, nelle strutture massicce e imponenti è decisamente romanico, mentre l’intera parte absidale slanciata e con le nove cappelle a raggiera appartiene al più puro gotico. 

Queste diverse e contrastanti caratteristiche sono fuse in un insieme del tutto originale, che a prima vista distingue la Basilica del Santo da ogni altra chiesa medievale. 

Percorrendo Via del santo e Via San Francesco arriviamo a Piazza delle Erbe e al bellissimo Palazzo della Ragione.


E' l'antica sede dei tribunali cittadini di Padova, ed è una delle più ampie aule sospese in Europa. 


E' uno dei più celebri monumenti civili eretti in Europa all'epoca dei Comuni, l'edificio fu innalzato a partire dal 1218.

Tra il 1306 e il 1308, fra Giovanni degli Eremitani trasformò i tre grandi ambienti in cui era suddiviso il piano superiore in un'unica sala, ideando una nuova copertura a forma di carena di nave rovesciata.

A cavallo del primo decennio del trecento a Giotto e bottega viene affidato il compito di affrescare le pareti della grande sala, il ciclo però fu distrutto dall'incendio che nel 1420 mandò in cenere l'archivio dei Carraresi.

Gli affreschi furono ripristinati dal maestro padovano Nicolo' Miretto con la collaborazione di Stefano da Ferrara e di altri pittori sulla base degli studi di Pietro d'Abano, facoltoso studioso del suo tempo.

Il ciclo di affreschi è suddiviso in 333 riquadri, si svolge su tre fasce sovrapposte, ed è uno dei rarissimi cicli astrologici medievali giunti fino ai nostri giorni.

Nel Salone sono conservati la pietra del Vituperio, su cui i debitori insolventi erano obbligati a battere per tre volte le natiche, dopo essersi spogliati (la pratica è all'origine dell'espressione restare in braghe di tela).

e il grande cavallo ligneo, restaurato e ridato al suo originale splendore, realizzato da Annibale Capodilista per una giostra e in seguito donato dalla famiglia alla città.

La nostra passeggiata prosegue fino a Piazza dei Signori


E' uno degli spazi più suggestivi e vitali di Padova, una delle piazze simbolo della sua storia ma anche del suo presente vivace e attivo, è così chiamata perché qui sorgeva il "Palazzo della Signoria", la Reggia dei Carraresi, Signori di Padova dal 1318 al 1405

Fu per secoli teatro di celebrazioni civiche, di tornei e spazio di rappresentanza della città rispetto alle più grandi piazze delle Erbe e della Frutta che ebbero maggiori propensioni commerciali. La piazza è dominata dalla celebre Torre dell'Orologio.

Trecento metri separano Piazza dei Signori dal Caffè Pedrocchi, il Caffè senza porte.

Uno dei più importanti caffè storici e letterari d’Italia.

Fin dai suoi esordi, era conosciuto come “il Caffè senza porte”, questo perché era l’unico locale di Padova che fino al 1916 era sempre aperto, pronto ad accogliere i diversi avventori a qualsiasi ora del giorno e della notte.

la sua particolare forma a pianoforte è stata ideata dall'architetto Jacopelli per ovviare al poco spazio a disposizione.

L'8 febbraio 1848, il ferimento di uno studente universitario all'interno del locale diede il via ai moti risorgimentali italiani.

Un discorso a parte merita la Cappella degli Scrovegni della quale vi parlerò prossimamente. 

Commenti

  1. Ma che figo il video! Padova è bellissima! Attendo il seguito!

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  2. Sono stata alcune volte a Padova , una bellissima città. Una volta ci sono stata appositamente per vedere la Cappella degli Scrovegni . Bellissima !! Sono stata più volte alla Basilica di S. Antonio. Una bella città!! Complimenti per il video e saluti.

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    1. Grazie! Sto scrivendo il post sulla cappella degli Scrovegni...arriverà presto!

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  3. Gracias por este viaje por el arte y su historia, una gran riqueza monumental que no conocía.
    BESOS

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  4. Gracias por este viaje por el arte y su historia, una gran riqueza monumental que no conocía.
    BESOS

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