Cosa vedere alla Galleria Spada di Roma


Collocata all'interno di uno dei palazzi rinascimentali più belli di Roma, il cinquecentesco Palazzo Capodiferro, la Galleria Spada ospita nelle sue quattro sale una celebre collezione di pittura barocca, creata nel corso del Seicento dai cardinali Bernardino (1594-1661) e Fabrizio Spada (1643- 1717).

La raccolta si presenta come in una quadreria del XVII secolo e ciò rende conferisce a questo luogo un fascino unico. La sensazione, ancore oggi e dopo così fanti secoli, è quella di entrare in "casa Spada": ci si sente un po' turisti, un po' intrusi e si rimane come sospesi tra presente e passato.

Le sale sono riccamente decorate e ancora arredate con importanti esempi di mobilio barocco

Ci ho messo un po' per orientarmi e forse i molti dipinti mi hanno creato confusione.

Il mio sguardo si è fermato sui dipinti di

Artemisia Gentileschi


La tela raffigura una monumentale immagine di Santa Cecilia, patrona dei musucisti, che suona il liuto. 
Appartiene – come afferma la maggior parte della critica – al periodo fiorentino di Artemisia Gentileschi; passò alla Galleria Spada già nel 1637.


Niccolò Tornioli


Il dipinto fu commissionato al Tornioli dal sacerdote oratoriano Virgilio Spada, fratello del cardinale Bernardino. 

Il dipinto testimonia della passione per le scienze del committente e per l'astronomia in specie. Probabilmente eseguito poco dopo la morte di Galileo Galilei (1642) è al tempo stesso un omaggio al grande scienziato di cui lo Spada fu un sostenitore, perorando presso il Sant'Uffizio, per conto di Leopoldo de' Medici, un'istanza di riabilitazione del Galilei.

Francesco Solimena


E alla fine, quando tutto sembra ormai visto, una porticina ci permette di entrare nel  Giardino Segreto, che conserva il più spettacolare artificio barocco di Roma, la Colonnata (o Prospettiva) illusionistica realizzata nel 1653 da Francesco Borromini per il cardinal Bernardino Spada.

Un raffinato monito morale a chi troppo si fida delle apparenze del mondo, la Colonnata trae in inganno lo spettatore per le sue dimensioni in realtà molto diverse da come sono percepite dall'occhio, essendo l'abile prodotto di calcoli matematici e prospettici.

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