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Natale, gesti di creatività

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C’è una leggenda antica che racconta come, molto prima dell’albero di Natale, gli alberi sempreverdi fossero considerati dei guardiani. Mentre l’inverno spegneva tutto, loro rimanevano verdi, solidi, presenti. Per questo si pensava che tenessero lontani gli spiriti del freddo e le piccole inquietudini delle notti più lunghe. Si lasciavano rami di abete o agrifoglio vicino a porte e finestre, come se la loro resistenza potesse proteggere anche la casa. Con il tempo, quel gesto semplice cambiò forma: gli alberi non restarono più fuori, ma entrarono nelle stanze. Prima un ramo, poi un piccolo abete. E, quando le giornate diventavano troppo corte, lo si decorava con luci per dare alla casa un punto più caldo da cui ripartire. Non era ancora un simbolo festivo come lo conosciamo oggi: era un modo per rendere l’inverno più abitabile. Anche ora, in fondo, facciamo la stessa cosa. A dicembre le case si trasformano senza grandi sforzi: una lampada accesa prima del solito, qualche luce vicino al...

Dove riposa la luce d'inverno

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C’è una mattina d’inverno in cui la luce sembra esitare prima di entrare in casa. Rimane qualche istante oltre il vetro, trattenuta da un velo di ghiaccio sottile, quasi avesse bisogno di tempo per convincersi. Io la guardo arrivare pianissimo, come accade sempre al ritorno da un viaggio: un chiarore nuovo che prova a trovare il suo posto tra le abitudini di sempre. È così ogni volta. Torno da una città ,questa volta Parigi con le sue luci che resistono anche al cielo più grigio  e mi ritrovo in quello spazio sospeso che divide un viaggio dal successivo. Un tempo quieto, in cui le valigie sono già riposte ma i ricordi non si sono ancora decisi a sedimentare. È un passaggio lento, come l’inverno che inghiotte le giornate un po’ alla volta. In questo intervallo, le parole diventano la mia bussola. Ripenso alle strade percorse, agli scorci annotati sul taccuino, alle voci incontrate per caso. I dettagli si accendono e si spengono come luci lungo un viale notturno, e io cerco di non pe...

Gialli d'Europa #4 - Germania: Il caso Collini di Ferdinand Von Schirach

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  Il caso Collini è un libro che spiazza. Non è un giallo classico, non è un thriller nel senso tradizionale — è un legal thriller asciutto, quasi chirurgico, che ti porta dritto dentro un’aula di tribunale per poi aprire una porta che non ti aspetti: quella della storia tedesca del dopoguerra e delle sue zone d’ombra. Ferdinand von Schirach costruisce una narrazione essenziale, priva di fronzoli, ma capace di colpire con una forza sorprendente. La vicenda procede con un ritmo controllato, misurato, come se ogni parola fosse scelta con una precisione fredda e necessaria. E proprio questa sobrietà amplifica l’impatto emotivo delle rivelazioni, che arrivano come fendenti. Il protagonista, l’avvocato Caspar Leinen, è un giovane professionista alle prese con il suo primo grande caso: difendere Fabrizio Collini, un uomo apparentemente irreprensibile che commette un omicidio brutale senza offrire alcuna spiegazione. Quello che sembra un caso impossibile si trasforma presto in un viaggio ...

Oggetti che raccontano storie - Il museo della civiltà solandra

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Ci sono luoghi in cui il tempo non scorre, ma si posa. Entri in silenzio, e senti che ogni oggetto ha qualcosa da dire. Una brocca sbeccata, una zappa consumata, un telaio che conserva ancora l’eco dei gesti di chi lo usava. Nei musei etnografici, le cose non sono semplicemente esposte: abitano ancora il loro mondo. Ogni volta che visito uno di questi musei ho la sensazione di entrare in una casa in cui i padroni di un tempo sono appena usciti. Gli attrezzi sono al loro posto, i vestiti riposano sui manichini come se aspettassero di essere indossati. Anche l’aria sembra più densa, come se trattenesse il respiro per non disturbare la memoria. È in questi spazi che la creatività umana mostra il suo volto più autentico: non quella spettacolare delle grandi opere, ma quella discreta e quotidiana, fatta di necessità e ingegno. Un mestolo di legno, una gerla intrecciata, una lampada costruita con materiali di fortuna: ogni oggetto racconta l’incontro tra la mente e le mani, tra l’urgenza di ...